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Fonti

Antologia delle fonti altomedievali

a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto

© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


VIII
L’età carolingia / 2
Ideologia e cultura

5. Libri ed istruzione
(A) Ammonizione generale, KK 1, cc. 72, 82 (789).
(B) Capitolare di Corteolona, KK 1, c. 6 (825).
(C) Eberardo del Friuli, Testamento, pp, 1-5.
(D) Eginardo, Vita di Carlo, 24.

(A) 72. Ai sacerdoti. Anche di questo preghiamo la vostra benevolenza: che i ministri di Dio ornino i loro altari con l’onestà dei loro costumi, sia gli ordini di osservanza canonica che le congregazioni sottomesse alla regola monastica; li esortiamo a condurre una vita onesta e degna d’approvazione, come Dio stesso prescrive nel vangelo: così brilli la vostra luce di fronte agli uomini, che, vedendo le vostre buone opere, glorifichino il Padre vostro che sta nei cieli, in modo che, attratti dalle vostre rette abitudini di vita, molti si dedichino al servizio di Dio, e possiate raccogliere non soltanto i fanciulli di condizione servile ma anche i figli degli uomini liberi. E si formino scuole di ragazzi istruiti. In ogni monastero e vescovado si sottopongano ad accurati emendamenti i Salmi, le note, il canto, i calcoli matematici, la grammatica e i libri cattolici: perché spesso alcuni, pur intendendo pregare Dio come si conviene, pregano male perché i libri non sono corretti. E non permettete che i vostri allievi, leggendo o scrivendo, alterino il testo; se fosse necessario scrivere un vangelo, un salterio un messale, il compito sia affidato ad uomini di età matura che vi si dedichino con ogni diligenza.


82. A tutti. Dovete anche preoccuparvi, dilettissimi e venerabili pastori delle chiese di Dio, che quei preti che mandate a governare le vostre parrocchie, e nelle chiese a predicare al popolo a Dio devoto, predichino rettamente e onestamente; e non dovete permettere che qualcuno di loro si inventi qualcosa di nuovo e non contemplato nei canoni, secondo la sua fantasia e non secondo le Sacre Scritture, e lo predichi al popolo. Ma voi stessi predicate cose utili, oneste e rette, che conducono alla vita eterna, e insegnate agli altri a predicare le stesse cose.

Ammonizione generale, KK 1, cc. 72, 82 (789).

Testo originale


(B) 6. Riguardo invece la dottrina, che per l’eccessiva incuria e l’apatia di qualcuno dei preposti in ogni luogo viene del tutto meno, piacque che come è stato da noi stabilito così sia osservata da tutti. È evidente che da coloro che per nostro ordine sono stati comandati per insegnare agli altri nei luoghi designati venga fornito il massimo impegno, in modo che a loro giovino le imprese scolastiche e si dedichino alla dottrina, come l’attuale necessità sollecita vivamente. Per convenienza tuttavia di tutti provvediamo a questa pratica separatamente nei luoghi più opportuni, affinché la difficoltà delle località site più lontano o la povertà non sia giustificazione di nessuno. Essi sono: in primo luogo a Pavia presso Dungal si riuniscano da Milano, da Brescia, da Lodi, da Bergamo, da Novara, da Vercelli, da Tortona, da Aqui, da Genova, da Asti e da Como; a Ivrea lo stesso vescovo faccia questo da sé; a Torino si radunino da Ventimiglia, da Albenga, da Vado e da Alba; a Cremona apprendano da Reggio, da Piacenza, da Parma e da Modena; a Firenze si rivolgano dalla Tuscia; a Fermo si radunino dalle città dello spoletino; a Verona da Mantova e da Trento; a Vicenza da Padova, da Treviso, da Feltre, da Ceneda e da Asolo; tutte le restanti città si radunino alla scuola di Cividale.

Capitolare di Corteolona, KK 1, c. 6 (825).

Testo originale


(C) Libri della nostra cappella che vogliamo dividere.

Vogliamo anzitutto che Unroch abbia il nostro salterio doppio, la nostra Bibbia, il libro di sant’Agostino Delle parole del Signore; i libri che contengono le leggi dei Franchi, dei Ripuari, dei Longobardi, degli Alamanni e dei Bavari; il libro sull’arte militare, il libro dei vari sermoni, il primo dei quali è dedicato a Elia e Achab; il libro delle costituzioni dei principi e degli editti imperiali, i Sinonimi di Isidoro, il libro delle quattro virtù, il vangelo, il bestiario e la Cosmografia del filosofo Aethicus.

Vogliamo che Berengario abbia l’altro salterio scritto in lettere d’oro, la Città di Dio di sant’Agostino, il trattato delle parole del Signore, la storia dei pontefici romani, la storia dei Franchi, il libro dei vescovi Isidoro, Fulgenzio e Martino, il libro di Efrem, i Sinonimi di Isidoro, un glossario e un calendario.

Vogliamo che Adalardo abbia l’altro salterio che noi adoperiamo, il commento delle Epistole di Paolo, il libro di sant’Agostino Delle parole del Signore, il commento al profeta Ezechiele, il lezionario delle Epistole e dei vangeli scritto in oro, la vita di san Martino, il libro di Aniano, i sette libri di Paolo Orosio, i libri di Sant’Agostino e del prete Gerolamo su ciò che disse Giacomo: Chiunque, dopo aver osservato la legge, venga meno in un sol punto, è giudicabile come tutti gli altri.

Vogliamo che Rodulfo abbia il salterio commentato di cui si serviva Gisella, l’opera di Smaragdo, il Collectaneum, il libro di Fulgenzio, il messale quotidiano che era nella nostra cappella, la Vita di San Mar, tino, la Fisionomia del medico Losso e l’Elenco dei primi principi.

Vogliamo che la nostra figlia maggiore Engeltrude abbia il libro chiamato vite dei Padri, il libro dell’insegnamento di san Basilio, la storia di Apollonio, i Sinonimi di Isidoro.

Vogliamo che Giuditta abbia un messale e un libro che comincia con il sermone di sant’Agostino sull’ubriachezza, la legge dei Longobardi, il libro di Alcuino al conte Guido.

Vogliamo che Eilvince abbia un messale, un passionario, un libro di preghiere con i Salmi, un libretto di orazioni.

Vogliamo che Gisella abbia il libro delle quattro virtù e l’Enchiridion di sant’Agostino.

Eberardo del Friuli, Testamento, pp, 1-5.

Testo originale


(D) Mentre mangiava stava ad ascoltare qualche artista o lettore. Gli venivano lette le storie e le gesta degli antichi. Gli piacevano anche i libri di S. Agostino, soprattutto quelli che sono intitolati La città di Dio.

Eginardo, Vita di Carlo, 24.

Testo originale

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05