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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 11

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

11. Capacità militari e organizzative dei cittadini

I Cremonesi, lo abbiamo visto in precedenza (doc. 8), sapevano ben tenere testa al loro vescovo, ricorrendo se necessario all'imperatore, oppure, come accadrà nell'XI secolo, opponendosi militarmente alla stessa clientela vescovile. Il documento qui riportato ci informa infatti che attorno al 1037 i cittadini si erano ribellati al loro vescovo e lo avevano scacciato dalla città con una vera e propria sommossa violenta durante la quale erano andati distrutti edifici fortificati ed erano stati fatti prigionieri gli stessi dipendenti vescovili. Quella comunità in prevalenza formata da mercanti che abbiamo già considerato denuncia ora anche capacità militari che anticipano le caratteristiche proprie del futuro comune, economiche, politiche e militari.

Fonte: MGH, Diplomata regum et imperatorum Germaniae, IV, doc. 251, pp. 347-48 (parziale).


In nome della santa e individuale Trinità. Corrado [II] per clemenza di Dio augusto imperatore dei Romani. […]

Abbiamo saputo che i cittadini di Cremona in modo tale hanno cospirato e tramato contro la santa chiesa cremonese, loro madre spirituale e signora, e contro Landolfo, vescovo di buona memoria di tale sede e loro spirituale patrono e signore, da scacciarlo dalla città, con grave ignominia e disonore, e da averlo spogliato dei suoi beni, distruggendo dalle fondamenta una torre nel castello, con duplice cerchia di mura e circondata da altre sette torri, e costringendo al riscatto, per poter evitare la morte, i servi che dentro risiedevano, insieme con alcuni canonici, dopo aver rubato ciò che possedevano, aver distrutto le loro case migliori e devastato la città vecchia per costruirne una più grande, contro il nostro onore e per opporre a noi resistenza, sicché non solo le leggi divine, ma anche quelle umane condannano tali sovvertitori e cospiratori a essere condannati non soltanto [alla privazione] dei beni mondani ma della vita stessa.

Poiché ora essi continuano nella loro cospirazione e perseguono con animo ostinato gli stessi fini, perseguitando l'attuale vescovo della chiesa cremonese Ubaldo così da sottrargli il suo distretto e non curarsi per niente di pagare il fitto dei mulini e il censo abituale delle navi e gli introiti delle case che occupano senza sua investitura e così da occupare le terre della chiesa che hanno invase e quelle che i loro antenati avevano concesso o donato alla chiesa con scritture e strumenti, e così da assalire e uccidere i ministeriali del vescovo e così da sottrarre di mano allo stesso signore e a monaci e a chierici la selva signorile, che disboscano dalle radici, e da non consentire al vescovo di avere nessuna autorità fuori dell'uscio di casa sua, la nostra imperiale autorità rifiuta di tollerare oltre [questo comportamento].

Vogliamo dunque che sia noto a tutti i fedeli presenti e futuri della santa chiesa che, per punire il crimine [dei ribelli] e per estirpare la consuetudine di tanta malvagità, e insieme per soccorrere misericordiosamente la chiesa, concediamo con il presente diploma tutti i beni che i liberi cittadini di Cremona che hanno congiurato e cospirato possiedono tanto in città che nel suburbio e nello spazio di 5 miglia attorno alla città, in diritto di proprietà alla chiesa predetta di Cremona, e trasferiamo per la nostra imperiale autorità [alla chiesa] il diritto e la signoria [su essi], in modo tale che il predetto vescovo Ubaldo e i suoi successori dei beni appartenuti ai ribelli facciano in perpetuo ciò che loro sembrerà giusto fare.

Ordiniamo poi d'imperiale autorità che nessun duca, marchese, conte, visconte, sculdascio o piccola o grande persona del regno si permetta di spogliare la santa chiesa di Cremona e il vescovo Ubaldo dei beni dei congiurati: se qualcuno, cosa che non crediamo, oserà temerariamente violare il nostro precetto, sappia che dovrà pagare 500 lire d'oro ottimo, metà alla nostra camera e metà alla chiesa di Cremona.

© 2000
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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005