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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 23

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

23. Capitanei, valvassori e popolo nel consolato di Milano

La classe di governo che ha dato origine al comune e ne controlla la vita politica per il primo secolo della sua esistenza non dappertutto appare formata allo stesso modo. Nel caso molto noto del comune di Milano essa rispecchia la formazione del ceto emergente già nell'XI secolo (doc. 12), con articolazioni in parte di derivazione feudale (capitanei e valvassori), in parte più schiettamente cittadine (il «popolo» composto di proprietari e mercanti): l'equilibrio, almeno formale, è qui garantito dalla partecipazione proporzionale di ciascuna componente al consolato cittadino, attestata tanto da antichi documenti comunali (doc. a), quanto da un osservatore esterno, il cronista Ottone di Frisinga (doc. b).

Fonti: a/ C. MANARESI (a cura di), Gli atti del comune di Milano fino all'anno MCCXVI, Milano, 1919, doc. 3, p. 7 (parziale); b/ OTTONIS EPISCOPI FRISINGENSIS ET RAHEWINI Gesta Frederici seu rectius Cronica, a cura di F. J. Schmale, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1965, II, 14, p. 308.


a/

Nel nome di Cristo, venerdi 11 luglio [1130], nella città di Milano, nel pubblico teatro della stessa città, alla presenza di numerosi capitanei, valvassori e altri cittadini, Ungaro detto di Corteduce console della predetta città pronunciò sentenza con consiglio e approvazione degli altri consoli di Milano, i cui nomi sono:
– Arialdo Visconti, Arialdo Grasone, Lanfranco Ferrario, Lanfranco de Corte, Arnaldo di Roda, Manfredo di Setara, Arderico della Torre, Anradito di Sesto, Azone Fante, Anselmo Avvocato, capitanei della città;
– Giovanni Mainerio, Arderico di Palazzo, Guazone Atastaguado, Malastreva, Ottone di Tenebiago, Ugo Crivello, Guiberto Cota, valvassori di detta città;
– Ugo Zavatario, Alessio Lavezario, Pagano Ingoardo, Azone di Martinone, Pagano Massasso, cittadini della stessa città;
sulla causa dibattuta fra i ministri della chiesa di S. Alessandro di Bergamo e i contadini del luogo di Calusco. La causa era la seguente […].

b/

Nella disposizione delle città e nel funzionamento del governo [i Lombardi] imitano la saggezza degli antichi Romani; amano infatti con tale forza la libertà che per evitare i soprusi di un'autorità unica preferiscono essere governati da un regime consolare. E siccome fra loro vi sono tre ceti, cioè i capitanei, i valvassori e il popolo, per sfuggire il sopruso non da un ceto solo ma da tutti e tre scelgono i predetti consoli, e per evitare gli eccessi di governo quasi tutti gli anni li sostituiscono.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005