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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 5

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

5. L'iniziativa dei cittadini nella difesa della città

Sotto la minaccia degli Ungheri, gli abitanti di Pavia demoliscono delle abitazioni appartenenti al vescovo di Bergamo per provvedere alla difesa della città. Nel 915 il re concede al vescovo di ricostruire quanto era stato demolito, salvaguardando però le esigenze di difesa dei cittadini: ecco un esempio dell'iniziativa degli abitanti della città, sufficientemente organizzati da far fronte al pericolo di un'invasione. Il vescovo di Pavia, in questo caso, non appare in primo piano, come nel caso molto simile ricordato nella Prima sez., doc. 2, relativo alle mura di Bergamo, anche se probabilmente non fu estraneo all'iniziativa dei suoi concittadini.

Fonte: SCHIAPARELLI (a cura di), I diplomi di Berengario I cit., doc. 100, pp. 262-64.


Nel nome di Dio signore eterno. Re Berengario.

Vogliamo che sia noto a tutti i fedeli della santa chiesa di Dio che il venerabile Adalberto, vescovo della chiesa di Bergamo, ha dichiarato alla nostra maestà che la chiesa possedeva nella città di Pavia edifici e case nel luogo detto Faramannia e che per l'incombente pericolo dell'invasione degli Ungheri, al fine di difendere la stessa città, tali case sono state demolite dai cittadini e rinforzi alle mura cittadine sono stati costruiti sulla terra della sua chiesa, come anche ora si può vedere, sicché affermava di essere rimasto senza una casa vescovile nella predetta città.

Poiché abbiamo riscontrato che le cose stanno veramente in questo modo e desiderando consolare tutti gli oppressi e specialmente le chiese e i sacerdoti di Cristo, abbiamo ritenuto giusto che detto vescovo abbia licenza da parte nostra e autorizzazione di costruire qualsiasi edificio desideri costruire, lui e i suoi successori, nello stesso luogo detto Faramannia, sopra le mura della stessa città, ma che la strada che ora si dirige da occidente a oriente non corra più presso le mura fino alla postierla, poiché è troppo vicina alle mura predette, bensì si collochi verso la parte meridionale della sua terra, tra questa e la terra dei ss. Pietro e Tecla: perché provveda a ciò abbiamo dato incarico al vescovo di Pavia Giovanni, e si estenda lo stesso muro di proprietà della chiesa [di Bergamo], a cui abbiamo concesso licenza di costruire, fino a dodici pertiche.

Se qualcuno tentasse di venir meno al nostro precetto e alla nostra autorità sappia che dovrà pagare 50 lire di ottimo oro, metà alla nostra camera e metà al predetto vescovo Adalberto o ai suoi successori.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005