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Fonti

Pisa e il Mediterraneo

Antologia di fonti scritte, dal secolo IV alla metà del secolo XII
scelte da Michele Campopiano e Catia Renzi Rizzo
Presentazione di Marco Tangheroni
Premessa di Catia Renzi Rizzo

© 2005 - Michele Campopiano e Catia Renzi Rizzo per “Reti Medievali”


Premessa

di Catia Renzi Rizzo

Questa antologia di fonti su Pisa e il Mediterraneo ha già avuto un'edizione a stampa per i tipi della Società Editrice Universitaria di Pisa nel marzo 2004, a un mese dalla morte di Marco Tangheroni, avvenuta l'11 febbraio dello stesso anno. E una versione pressoché identica a quella fu messa in linea tra il materiale didattico relativo all'a.a. 2001-2002 sul sito del vecchio Dipartimento di Medievistica.

Entrambe le edizioni furono volute da Marco Tangheroni, convinto della utilità di una raccolta di testimonianze che indicano un percorso di ricerca e molti altri ne suggeriscono non appena si provi ad allargare lo sguardo oltre la costa alto-tirrenica e ad utilizzare la documentazione meno consueta - come ad esempio le fonti arabe - o a confrontare la vicenda storica di Pisa con quella di altre città mediterranee.

Per gli stessi motivi egli desiderava che l'antologia potesse essere messa in linea su Reti Medievali e per questo si era già adoperato. Solo la necessità di dare una veste idonea alle testimonianze raccolte e la perplessità di chi scrive hanno ritardato l'operazione fino a questo momento.

Quanto qui presentato è dunque il frutto di una revisione critica che gli autori hanno compiuto, eliminando quelle, tra le testimonianze, che sono apparse appesantire la collezione senza fornire sostanziali arricchimenti informativi e, soprattutto, ordinando i documenti scelti all'interno di Sezioni tematiche, aperte da brevi Introduzioni ai testi, del tutto nuove.

Rispetto alle due edizioni precedenti sono stati eliminati -ovviamente- gli errori rilevati, e tutti i rinvii alla Bibliografia essenziale che arricchivano le sequenze delle testimonianze. È stata una scelta dolorosa, dettata esclusivamente da esigenze redazionali, ma si auspica che la sollecitazione ad andare “oltre”, nella lettura dei documenti, sorga comunque dalla loro disposizione a “tema”, oltreché dalla loro articolazione in sequenza, che sembra offrire, anche per periodi poveri di testimonianze come l'Alto Medioevo pisano, una suggestione comunque percebile.

E in effetti, lo studente che vorrà raccogliere la sfida a continuare nella ricerca di una conoscenza storica sempre più ampia del Medioevo Mediterraneo, verificherà personalmente che i saggi più recenti su questo affascinante argomento sono stati davvero significativi sia quando sono scaturiti dalla utilizzazione e dal confronto di vari tipi di fonti, sia quando una fonte “nuova”, archeologica o scritta, ha sollecitato una rilettura mirata di quelle “note”.

Ecco quindi, in ultimo, la vera ragione della messa in rete di questa piccola sequela di documenti: l'auspicio che ve ne sia almeno uno in grado di suggerire e far partire un nuovo filone di ricerca sulla complessa realtà del Mediterraneo medievale; su quello spazio suddiviso in grandi domini, eppure strutturato in una fitta rete di rapporti che gli conferì una reale unità e, nello stesso tempo, lo congiunse alle altre regioni del mondo allora conosciuto. È un progetto ambizioso, che sarebbe piaciuto a Marco Tangheroni.

Pisa, gennaio 2005

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Torna suUltimo aggiornamento: 08/06/05