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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

18. Due diplomi di Corrado II ai Cremonesi (1037 circa)

Intorno al 1037 i Cremonesi, forse seguendo l'esempio dei Pavesi che nel 1024 avevano distrutto il castello imperiale, s'erano accordati fra loro con un giuramento ed erano insorti contro il vescovo Landolfo. Corrado II, per reintegrare il vescovo Ubaldo, succeduto a Landolfo, nella sua autorità e nei suoi beni e per porre termine alla ribellione, assegnò alla mensa episcopale le terre dei ribelli.

Corrado ordinò anche perentoriamente ai Cremonesi di ritornare sotto l'obbedienza del loro vescovo e pagargli i tributi dovuti se volevano il perdono imperiale. La pace in città fu però raggiunta solo qualche anno dopo per opera di Enrico III. (I due diplomi sono riprodotti da «Monumenta Germaniae Historica», Conradi II diplomata, a cura di H. WIBEL – A. HESSEL, Hannover-Leipzig, 1909, nn. 251, 253, pp. 346, 349).

Per la bibliografia su Cremona nel Medioevo cf. le testimonianze n. 9 e 16; inoltre sul problema specifico della formazione dell’autonomia comunale cremonese cf. U. GUALAZZINI, cit.

 

In nomine sancte et individue trinitatis. Chuonradus divina favente clementia. Romanorum imperator augustus…

In veritate namque comperimus quod Cremonenses cives contra sanctam Cremonensem ecclesiam eorum spiritualem matrem et dominam ac contra Landulfum bone memorie eiusdem sedis episcopum eorum spiritualem patronum et dominum ita conspirassent ac coniurassent, ut eum cum gravi ignominia ac dedecore de civitate eiecissent et bonis suis expoliassent et turrim unam funditus eruissent et famulos qui intus erant, ut mortem evadere possent, cum quibusdam fidelibus canonicis venales fecissent et omnia qui habebant eis tulissent, eorum domos optimas destruxissent et civitatem veterem a fundamentis obruissent et aliam maiorem contra nostri honoris statum edificassent, ut nobis resisterent… Quia vero nunc in ipsa coniuratione manentes eamque obstinato animo observantes Hubaldum predicte sancte Cremonensis ecclesie episcopum ita insequuntur, ut ei districtum suum tollant et fictum de molendinis ac de navibus censum solitum et pensionem de domibus, quas sine eius investitura retentant, minime persolvant et terram ecclesie propriam… et super ministeriales suos, ut eos occidant… assaltum faciant et silvas radicitus evellant et nullam potestatem extra portam sue domus eum habere consentiant… ad eorum comprimendam contumatiam et tanti mali consuetudinem extirpandam et ad miseriam ecclesie misericorditer sublevandam omnia predia civium Cremonensium liberorum coniuratorum et conspirantium, que habere videntur tam in civitate seu in ipsius civitatis suburbio quam in circuitu pretaxate civitatis per quinque miliariorum spatia…


[In nome della santa e individua Trinità, Corrado per grazia divina augusto imperatore dei Romani… Abbiamo saputo che i cittadini cremonesi hanno cospirato e congiurato contro la santa Chiesa cremonese, loro madre spirituale e signora, e contro Landolfo di buona memoria, vescovo della stessa sede e loro spirituale patrono e signore, così che con grave ignominia e disdoro lo hanno scacciato dalla città e spogliato dei suoi beni. Essi hanno distrutto dalle fondamenta un torrione nel castello, circondato con doppio muro e con sette torri; e i servi che erano dentro, insieme con alcuni fedeli canonici sono stati costretti a riscattarsi con denaro per sfuggire alla morte dopo essere stati depredati di tutte le loro cose. Essi hanno demolito la cerchia di mura della città vecchia costruendone un'altra più ampia per meglio difendersi contro di noi… E poiché rimangono ostinatamente stretti in questa congiura e impediscono al santo vescovo Ubaldo di esercitare la sua autorità e di riscuotere l'affitto dei mulini e il censo delle navi e i redditi delle case, che tengono senza l'investitura di lui e occupano le terre proprie della chiesa… e assalgono i suoi agenti per ucciderli… e sradicano le sue foreste e non gli consentono nessuna autorità fuori dalla porta della sua casa… per reprimere la contumacia ed estirpare il ripetersi di questi delitti e sollevare la miseria della Chiesa cremonese, le concediamo tutte le terre che i congiurati e icospiratori possiedono nella città o nel suburbio nel raggio di cinque miglia…].


Chuonradus gratia dei Romanorum imperator augustus omnibus civibus Cremonensibus salutem. Volumus et firmiter iubemus, ut peccuniam, quam promisistis vestro seniori episcopo pro schacco et incendio et preda, quam fecistis super illius castella, adinpleatis, si de nostra gratia curatis. Terram vero ecclesie, sicut Landulfus episcopus tempore domni imperatoris Henrici tenuit, volumus, ut iste vester senior similiter quiete teneat. De silvis autem ecclesie, que in circuitu sunt, unde illi cottidie contrarium facitis et utimini contra eiusvoluntatem, iubemus ut non vos amplius intromittatis, si talem censum ei non dederitis, sicut Mediolanum et Papia atque Placentia… Homicidas et latrones, qui infra civitatem sunt, de quibus episcopuslegem et iustitiam facere vult…


[Corrado per grazia di Dio augusto imperatore dei romani, a tutti i cittadini cremonesi, salute. Vogliamo e fermamente ordiniamo che voi paghiate il denaro promesso al vostro vescovo in risarcimento dell'aggressione, dell'incendio e della preda che avete fatto nei suoi castelli, se volete la nostra benevolenza. Noi vogliamo che il vostro signore goda la terra della Chiesa come l'aveva goduta il vescovo Landolfo al tempo dell'imperatore Enrico. Quanto alle selve della Chiesa che sono nei dintorni, delle quali voi vi servite contro la sua volontà, ordiniamo che voi non ve ne possiate giovare, se non gli pagherete un censo, come Milano, Pavia e Piacenza… Gli omicidi e i ladri che sono in città e che il vescovo vuole sottoporre a giudizio, voi dovete condurli alla sua presenza e dovete collaborare perché possa giudicarli…].

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Ultimo aggiornamento: 02/08/08