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Fonti

Antologia delle fonti bassomedievali

a cura di Stefano Gasparri,
Andrea Di Salvo e Fiorella Simoni

© 2002 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


XII
L'espansione europea / 2
Vicino Oriente, Bisanzio, Europa dell'Est

11. L'Hansa e il commercio del nord
(A) Codice Diplomatico Anseatico, I, 13 (1157).
(B) Codice Diplomatico Anseatico, I, 14 (1157).
(C) Codice Diplomatico Anseatico, I, 232 (1229).
(D) Codice Diplomatico della città di Lubecca, I, 156 (1280).
(E) Codice Diplomatico Anseatico, I, 1140 (1294).

La penetrazione tedesca nell'Europa nord-orientale si arricchì, accanto alla dimensione politico-militare-religiosa e a quella agricola, di un aspetto commerciale importante. La lega delle città germaniche del Mare dei Nord, l'Hansa capeggiata da Lubecca, finì per attirare al suo interno anche le città baltiche, andando a costituire una forza commerciale di prim'ordine che era, al tempo stesso, una forza politica. Mercanti anseatici sono presenti a Londra dalla metà dei XII secolo, dove ottengono privilegi da parte di Enrico II (A, B) penetrano in Russia nel secolo seguente appoggiandosi all'influenza politica dei Portaspada (C), sono attivi sui mercati francesi (in particolare nelle fiere della Champagne) dove sono protetti da Filippo il Bello, e su quelli fiamminghi (D, E).


(A) Enrico, per grazia di Dio re d'Inghilterra, duca di Normandia e d'Aquitania, conte d'Angiò, ai suoi visconti e balivi di Londra, salute.
Io concedo che i Coloniesi vendano il loro vino al mercato dove è venduto il vino francese, e cioè al prezzo di tre denari zii sestiere. E proibisco che siano importunati per questo motivo e che alcuno faccia loro torto o offesa.

Codice Diplomatico Anseatico, I, 13 (1157).


(B) Enrico […] ai suoi giudici, ai suoi visconti e a tutti gli ufficiali d'Inghilterra, salute. Vi ordino di guardare, vegliare e proteggere come se fossero miei propri sudditi e amici i sudditi e borghesi di Colonia, così come i loro beni e le loro mercanzie. Voi non farete o non lascerete che subiscano alcun torto o danno né nella loro casa di Londra, o Gildhalle [1], né nei loro beni, nelle loro mercanzie o in tutte le altre cose che li concernono. Perché essi sono miei fedeli, loro e tutti i loro beni sono sotto la mia salvaguardia e protezione. Che essi abbiano la sicurezza di una pace completa seguendo i loro giusti costumi. Non imponete loro alcuna tassa o regolamento nuovo e insolito al quale essi non sono soggetti. E se qualcuno attenta in qualsiasi cosa a queste prescrizioni, si faccia pronta e piena giustizia.

Codice Diplomatico Anseatico, I, 14 (1157).

[1] Casa della corporazione.


(C) Se un russo prende a credito da un ospite tedesco, se è debitore anche di un altro russo il tedesco percepirà ciò che gli è dovuto per primo. […]
Un russo non può esigere da un tedesco a Smolensk, né un tedesco da un russo a Riga o nel Gotland il duello giudiziario. Se gli ospiti tedeschi si attaccano tra loro a spada o lancia, questo non riguarda né il principe né alcun russo, ma essi si accorderanno secondo il loro proprio diritto. […]
Se l'incaricato del trasporto via terra apprende che un ospite tedesco è arrivato contemporaneamente a dei mercanti di Smolensk, invierà senza indugio ai suoi uomini, tramite un messaggero, l'ordine di trasportare con le loro mercanzie l'ospite tedesco e il mercante di Smolensk.
Si tirerà a sorte per decidere quale dei due deve essere trasportato per primo. Se un russo straniero è arrivato contemporaneamente, passerà dopo di loro.
Ogni ospite tedesco arrivato nella città di Smolensk è tenuto ad offrire alla principessa un pezzo di stoffa e all'incaricato del trasporto terrestre un paio di guanti gotici con le dita. […]
Ogni tedesco a Smolensk può vendere la sua mercanzia senza alcuna contestazione.
Se un tedesco vuole recarsi con la sua mercanzia in un'altra città, né il principe né la gente di Smolensk si devono opporre. […]
Un russo non deve mai citare un tedesco davanti al placito generale, ma soltanto davanti a quello dei principe. […]
Il tedesco non deve pagare alcun pedaggio da Smolensk a Riga e da Riga a Smolensk. Inversamente, il russo non deve pagare alcun pedaggio dal Gotland a Riga e da Riga a Smolensk.
Se il principe di Smolensk la guerra, questa non riguarda affatto i Tedeschi, a meno che essi non chiedano di accompagnarlo.
Se, che a Dio non piaccia, una nave tedesca o russa fa naufragio, il suo padrone deve sbarcare senza ostacoli i suoi beni sulla riva. […]
Questo atto è stato redatto nel 1229 davanti al vescovo di Riga Nicola, il prete Giovanni, il maestro Volkin [1] e numerosi mercanti dell'impero romano [2], dei quali è apposto il sigillo.

Codice Diplomatico Anseatico, I, 232 (1229).

[1] Era il maestro dei Cavalieri Portaspada.
[2] Si tratta naturalmente dei Sacro Romano Impero.


(D) È noto che i mercanti [tedeschi] associati che frequentano le Fiandre hanno subito, fino ad oggi, danni gravi e diversi nella città di Bruges e non hanno potuto sottrarvisi in alcuna circostanza. La necessità ha spinto i detti mercanti a portare le loro lagnanze davanti a Stia Magnificenza il conte Guido di Fiandra. Così il detto conte, avendo inteso e approvato le loro lagnanze, ha accordato per sua grazia, insieme con la città di Ardenburg, privilegi e franchigie diverse ai mercanti associati che hanno scelto di frequentare ormai con le loro navi e le loro mercanzie Ardenburg.
E perciò, poiché ad Ardenburg tutti gli stranieri hanno il diritto di comprare, vendere e negoziare tutte le loro mercanzie liberamente e indistintamente sia tra loro che con i borghesi, noi stabiliamo, per ciò che ci riguarda, che la sede generale e il deposito dei mercanti [tedeschi] devono essere fissati ad Ardenburg – con la riserva fatta da parte nostra di frequentare in casi speciali altri porti, luoghi, città e territori – per tutto il tempo che il detto conte e i borghesi di Ardenburg e i loro successori ci manterranno queste libertà, favori e privilegi.
Come testimonianza di ciò abbiamo fatto munire il presente scritto del sigillo della nostra città [1], sia di quello dei Tedeschi che di quello dei Gotlandesi.

Codice Diplomatico della città di Lubecca, I, 156 (1280).

[1] Lubecca.


(E) Filippo, per la grazia di Dio re eli Francia, zii prevosti balivi e altri ufficiali dei nostro reame ai quali perverranno le presenti lettere, salute.
Avendo visto il registro della nostra corte riguardo al conflitto intervenuto tra i mercanti di Lubecca, da tana parte e gli ufficiali addetti al pedaggio di Bapaume dall'altra, è apparso che allorché questi mercanti si recavano alle fiere della Champagne, con le loro mercanzie acquistate o prese in Germania, essi non devono obbligatoriamente percorrere la via di Bapaume, ma possono andare e venire con le loro mercanzie là dove vogliono, pagando i pedaggi consuetudinari dei luoghi nei quali si recano.
Al contrario, se essi portano o convogliano delle mercanzie o del denaro dalle Fiandre verso le dette fiere o verso altri luoghi che figurano nel detto registro, essi devono percorrere la via di Bapaume. Perciò noi vi ordiniamo di opporvi fermamente a che i detti mercanti siano importunati contrariamente al tenore del detto registro.

Codice Diplomatico Anseatico, I, 1140 (1294).

 

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