Mario Del Treppo ci ha lasciati oggi, a 95 anni, a Napoli. Lascia un’impronta indelebile nel campo della medievistica e della storiografia del Mediterraneo. Nato a Pola il 29 marzo 1929, Del Treppo visse le drammatiche vicende del secondo dopoguerra che lo costrinsero a lasciare la sua Istria. Rifugiatosi in Friuli, si trasferì poi a Napoli nel 1946, città in cui si svolgerà la sua lunga e illustre carriera.
Conseguì la laurea in Lettere all’Università di Napoli nel 1952 sotto la guida di Ernesto Pontieri, fu allievo di Federico Chabod all’Istituto Italiano per gli Studi Storici, per poi diventare nel 1968 professore ordinario di Storia Medievale nell’ateneo napoletano, ruolo che mantenne fino al suo pensionamento nel 2004. La sua ricerca si concentrò sulla storia economica e sociale del Mediterraneo medievale, evidenziando il dinamismo e le interconnessioni delle sue civiltà. Un tema ricorrente nei suoi studi fu l’espansione catalano-aragonese nel Mediterraneo, argomento di una serie di pubblicazioni fondamentali tra il 1964 e il 1972, come il suo volume “I mercanti catalani e l’espansione della corona d’Aragona nel secolo XV”.
Tra le altre sue opere più note, “Amalfi medioevale”, scritta con Alfonso Leone, esplora il ruolo di Amalfi nelle reti commerciali mediterranee, mostrando la complessità e l’importanza economica di questa città durante il Medioevo. Del Treppo fu anche un esperto della vita sociale ed economica nelle abbazie del Mezzogiorno italiano, del contesto politico e economico dei regni longobardo e franco, del regno aragonese di Napoli. Fu inoltre promotore di ampi progetti di edizioni di fonti, come i dispacci sforzeschi da Napoli.
Socio nazionale dei Lincei, accademico corrispondente della Real Academia de Buenas Letras de Barcelona, socio ordinario della Società Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Napoli e dell’Accademia Pontaniana, Del Treppo era un punto di riferimento per i suoi colleghi e studenti. Ha sempre difeso una prassi storiografica attenta alle peculiarità dei singoli contesti, da lui indagati sia nelle loro dimensioni locali sia nelle loro connessioni e interazioni con scenari più ampi, mediterranei ed europei; ha invece costantemente mantenuto una certa diffidenza nei confronti delle interpretazioni globalizzanti, promuovendo un approccio critico al mestiere di storico e alle sue metodologie.
La sua visione della storia, come strumento di “educazione al pensiero concreto” e come antidoto alle “inquietudini” contemporanee, continua a ispirare chi si avvicina agli studi storici, specialmente nel contesto mediterraneo. Con opere come “La libertà della memoria” e “Storiografia del Mezzogiorno”, Del Treppo ha lasciato un’eredità di riflessione critica e storiografica, nutrita di profondo rispetto per le molteplici voci della storia.
Con la sua scomparsa, la comunità dei medievisti perde non solo un grande studioso, ma un maestro che ha saputo trasmettere la passione per la comprensione del passato a generazioni di storici. Mario Del Treppo resterà una figura emblematica nella storia della medievistica europea, in grado di illuminare le complessità del nostro ricco passato mediterraneo.
Roberto Delle Donne