Scomparsa di Janet Nelson

Dame Janet Laughland Nelson (Blackpool 1942-Londra 2024).

Nota più semplicemente come Jinty Nelson, è mancata il 14 ottobre. È stata una grande storica dell’alto medioevo, con un forte ascendente su generazioni di studiosi anche grazie alla sua netta e calorosa propensione collaborativa. La sua ricerca si è concentrata sull’Europa altomedievale, inclusa l’Inghilterra anglosassone di cui ha proposto fruttuosamente la comparazione con l’Europa continentale. Ha pubblicato saggi ‒ caratterizzati da una chiara inclinazione all’interdisciplinarità ‒ su regalità, governo, idee politiche, religione e rituali, e sempre più spesso su donne e genere, aprendo importanti filoni di indagine di cui è riconosciuta riferimento imprescindibile.

La sua attività di ricerca iniziò sotto il magistero di Walter Ullmann. Il grande studioso austro-inglese fu molto importante nella formazione della Nelson perché le aprì prospettive di indagini storiche non strettamente vincolate alla Anglo-Saxon History, ma a nuove tematiche coltivate negli anni Sessanta principalmente in Germania, e cioè lo studio dei rituali e del simbolismo della regalità loro connesso, sulla scia aperta da Percy Ernst Schramm.

Attraverso questa strada, che valorizzava fonti inusuali fino a quel momento per la storia politica, e grazie a una non comune conoscenza del questionario e dei metodi dell’antropologia a lei contemporanea, Nelson, ragionando su regalità, potere e rituali, fu capace ‒ fra le prime storiche europee ‒ di riconoscere la fitta e plurale presenza femminile nel contesto dei primi secoli del Medioevo. È stata quindi a lungo una delle principali animatrici del Women’s History Seminar nell’Institute of Historical Research di Londra e ha dedicato ricerche seminali, anche sul piano metodologico, al ruolo delle donne e alla loro capacità di azione politica e patrimoniale nelle società di corte dei secoli VIII e IX, che la sua scrittura, estremamente personale, ricercata ed elegante, ha reso indimenticabili.

Occorre infine ricordare il rapporto fecondo che Nelson ebbe con Peter Brown, dal quale apprese, e poi sviluppò in modo molto personale, l’interesse per una storia religiosa volta a cogliere il significato sociale delle pratiche religiose e dei rituali loro connessi.

Le sue principali ricerche e raccolte di studi comprendono Politics and Ritual in Early Medieval Europe (1986), Charles the Bald (1992), The Frankish World, 750-900 (1996), Rulers and Ruling Families in Early Medieval Europe. Alfred, Charles the Bald, and Others (1999), Courts, Elites and Gendered Power in the Early Middle Ages (2007), and King and Emperor: A New Life of Charlemagne (2019, tradotto in italiano nel 2021).

È stata componente del comitato editoriale di “Past & Present”; ha partecipato più volte alle Settimane del Centro italiano di studi sull’alto medioevo di Spoleto. Dal 2000 al 2010 ha co-diretto, insieme con Simon Keynes (University of Cambridge), il progetto Prosopography of Anglo-Saxon England, finanziato dall’Arts and Humanities Research Council.

Tutto il percorso di Janet Nelson quale docente, dopo gli studi universitari condotti al Newnham College di Cambridge, è avvenuto nel King’s College (Londra), dove è entrata nel 1970 diventando Professor nel 1993. Eletta Fellow della Royal Historical Society nel 1979, Janet Nelson è stata designata sua prima Presidente nel 2001. Il suo importante contributo alla Royal Historical Society e alla professione storica è stato ricordato con l’istituzione di borse di studio a lei intitolate e assegnate per sostenere l’insegnamento innovativo. Janet Nelson è stata anche presidente della Ecclesiastical History Society e vicepresidente della British Academy.

La trascrizione di un’intervista del 2008 in http://www.history.ac.uk/makinghistory/resources/interviews/Nelson_Janet.html

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