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Riviste

a cura di Andrea Barlucchi
[versione 2.0 - marzo 2002]

© 2001-2002 - Andrea Barlucchi per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214


Nota introduttiva

Questa ricerca intende documentare il processo di digitalizzazione intrapreso dalle maggiori riviste di ambito medievistico e di storia rinascimentale. Nel contempo, il risultato è la creazione di una grande banca dati, periodicamente aggiornata. Essa ha avuto inizio nel dicembre 2000 da una idea di Andrea Zorzi (che qui ringrazio) e mi ha occupato nella sua realizzazione per tutto il primo semestre del 2001. È qui presentata la seconda versione, frutto di una prima revisione sistematica, che ho condotto nell'inverno 2002.

In un primo momento abbiamo individuato le varie tipologie con le quali possono presentarsi in rete le riviste, secondo una scala che ha il suo punto massimo nella presenza esclusiva on-line, rappresentato cioè dalla rivista elettronica che non ha una versione a stampa. Questa "gradualità", inquadrata in una riflessione di più ampio respiro, è stata presentata al primo workshop nazionale sul mutamento digitale nella relazione tenuta da Zorzi dal titolo Le riviste tra due transizioni: crisi di ruolo e nuove pratiche editoriali (<http://www.storia.unifi.it/_PIM/medium-evo/>).

Il primo livello è stato considerato quello dei periodici non presenti in alcuna forma in rete, se non attraverso una scarna presentazione, spesso neanche curata dalla redazione, oppure ancora che si localizzano solo tramite gli OPAC dei vari sistemi bibliotecari.

Livello successivo è stato considerato quello della rivista indicizzata da enti esterni ad essa, cioè che è presente in rete con gli indici o sommari delle varie annate ma non per iniziativa propria; si tratta, al momento, di una delle forme più diffuse di presenza.

Il terzo livello, anch'esso molto diffuso, è quello della rivista che mette in rete i propri indici o sommari, in un sito di sua creazione e autonoma gestione oppure in una pagina specifica di un sito ad essa in qualche modo collegato (ad esempio l'Università o l'associazione a cui fa riferimento oppure la casa editrice). In questa sezione si trovano sia quei periodici che presentano in rete gli indici storici sia quelli che hanno solo gli indici dell'annata in corso o di quelle più recenti; ancora, quei periodici che arricchiscono il volume delle risorse in rete offrendo anche gli abstracts dei contenuti dei vari articoli.

Un livello ancora ulteriore, il quarto, è stato individuato per quelle riviste che oltre agli indici e agli abstracts forniscono in rete anche alcuni articoli in full-text, come forma di pubblicità o di presentazione. Siamo alle soglie della rivista elettronica.

Il quinto livello infatti è stato assegnato ai periodici che, oltre ad un formato cartaceo, hanno riversato in rete l'intero loro contenuto, che risulta pertanto scaricabile o direttamente dal loro sito oppure (più spesso) per mezzo di servizi che forniscono a pagamento l'accesso on line agli articoli.

Infine il sesto livello, come accennato all'inizio, è stato considerato quello delle riviste che non hanno alcun formato cartaceo. Mi sembra opportuno rimarcare questa distinzione tra quinto livello (riviste a stampa dotate di versione on line) e sesto livello (riviste elettroniche, all'inglese e-journal) perché ho riscontrato che spesso nei gateways specializzati si assegna frettolosamente l'appellativo di e-journal anche a quella che è semplicemente la versione on line di riviste che continuano ad esistere e circolare a stampa.

Schematizzando, i livelli considerati sono dunque i seguenti:
1.    assenza di notizie in rete, oppure solo notizia, oppure anche semplice presenza tramite OPAC
2.    rivista indicizzata da enti esterni
3.    rivista con indici o sommari in rete, talvolta anche con abstracts degli articoli
4.    rivista con indici, abstracts e alcuni articoli in full-text
5.    rivista a stampa completamente riversata in rete
6.    rivista elettronica (e-journal)

Una volta definita questa griglia di sei livelli, si è trattato di individuare i repertori e le banche dati da cui partire per il lavoro di schedatura. Al primo posto non poteva che essere Iter. The gateway for medieval and renaissance studies (<http://iter.library.utoronto.ca/iter/index.htm>), la più grande banca dati specializzata nello spoglio delle riviste di ambito medievistico e di storia rinascimentale realizzata in collaborazione da alcune università nordamericane, che fornisce a pagamento l'accesso agli indici storici di circa 550 periodici ed è continuamente in crescita. Iter per la verità prende in considerazione anche riviste che esulano dall'ambito temporale tradizionalmente assegnato all'età di mezzo, assumendo il concetto di "Rinascimento" nella sua accezione anglosassone, vale a dire considerando anche il fenomeno della Riforma come sua espressione. Tuttavia non abbiamo ritenuto opportuno operare una selezione, per cui si può dire che tutte le riviste indicizzate da Iter (al maggio 2001) sono state prese in considerazione. Dal momento però che si tratta di una banca dati avente l'occhio indirizzato prevalentemente al mondo anglosassone, abbiamo pensato di correggere questa sua "miopia" affiancandogli due ampi elenchi di riviste, italiane e più in generale europee, riportati in manuali a stampa: si tratta di P. DELOGU, Introduzione allo studio della storia medievale, Il Mulino, Bologna 1994 (alle pp. 268-275) e A. PETRUCCI, Guida allo studio delle testimonianze scritte del Medioevo italiano, Einaudi, Torino 1992 (alle pp. 157-169).

Nel corso della ricerca mi sono poi imbattuto in alcune banche dati che mi hanno ulteriormente documentato sulla produzione periodica specialistica di ambito medievistico, per mezzo delle quali credo di avere coperto almeno le principali riviste dell'Europa continentale. Si tratta di Pirate (Project d'Indexation et de Recherche pour Assister le Travail de l'Ècrit, <http://www.umoncton.ca/pirate/hist.html>), banca dati di otre 300 titoli dedicata prevalentemente - anche se non in forma esclusiva - al mondo francofono, di Zeitschriftenfreihandmagazin - Magazine Stacks, (<http://www.phil.uni-erlangen.de/~p1ges/zfhm/zfhm_na.html>) iniziativa dell'università di Erlangen che indicizza i periodici storici e le serie monografiche prevalentemente di lingua tedesca, e di Compludoc (<http://www.ucm.es/BUCM/complu/frame.htm>), la banca dati realizzata dalla biblioteca dell'università Complutense di Madrid dedicata in massima parte alla produzione in lingua spagnola, a cui devo aggiungere per onor del vero anche Medievalismo (<http://www4.gratisweb.com/jmaiz/revistas_cast.html>) sito spagnolo in costruzione informato benché non accademico.

La ricerca vera e propria è consistita nell'esame della presenza in rete delle riviste, così individuate, mediante l'uso di due motori di ricerca tra quelli considerati attualmente i migliori, Google (<http://www.google.com/>) e Northernlight (<http://www.northernlight.com/>), e un metamotore, InfoHunter (<http://infohunter.iei.pi.cnr.it/>), sviluppato dall'università di Pisa.
I risultati sono stati poi ulteriormente affinati mediante un controllo su gateways e banche dati dedicate all'editoria elettronica: The History Journal Guide (<
http://www.history-journals.de/>), Social Science Online Periodicals (<http://www.unesco.org/general/eng/infoserv/doc/shsdc/journals/history.html>), CIC Electronic Journals Collection (EJC) (<http://ejournals.cic.net/>), NetSERF. The Internet Connection for Medieval Resources (<http://www.netserf.org/>), The Labyrinth: Resources for Medieval Studies (<http://www.georgetown.edu/labyrinth/labyrinth-home.html>), Argos. Limited Area Search of the Ancient and Medieval Internet (<http://argos.evansville.edu/about.htm>). Infine il controllo è stato effettuato anche sul sito dell'Istituto Datini di Prato (<http://www.istitutodatini.it/biblio/riviste/>), che sta mettendo in rete gli indici delle riviste in suo possesso, e sul Catalogo Nazionale Periodici (<http://acnp.cib.unibo.it/cgi-ser/start/it/cnr/fp.html>).

Il prodotto finale è rappresentato dalla catalogazione di oltre 660 riviste, per ognuna delle quali è stata approntata una scheda. I dati che si trovano nelle schede sono piuttosto scarni da un punto di vista schiettamente biblioteconomico, ma d'altra parte non era questo lo scopo primario della ricerca, per la quale abbiamo invece ritenuto più proficuo concentrare l'attenzione sul rapporto tra la rivista e la rete.

Ogni scheda prevede in primo piano il titolo corrente, in grassetto, cui fa seguito l'indicazione dell'editore e/o della casa editrice che attualmente cura la realizzazione del periodico e la sua diffusione. L'anno fra parentesi si riferisce alla data nella quale la rivista ha assunto il titolo corrente. È necessario avvertire, per non ingenerare equivoci, che non c'è relazione necessaria tra la casa editrice e la data espressa tra parentesi: entrambi i dati devono essere riferiti al titolo della rivista, non messi in rapporto fra loro. Segue, in formato corsivo, la storia del titolo, là dove sono riuscito a ricavarla, senza però aver condotto su questo punto ricerche esaurienti.

Infine abbiamo la sezione che maggiormente ci interessa, il frutto della ricerca, ossia l'indicazione delle forme di presenta in rete. Per non appesantire la scheda ho limitato al massimo, usando anche delle sigle, la dicitura relativa agli enti e ai servizi che provvedono alla digitalizzazione delle riviste, rimandando per questo ad un apposito indice. Tra parentesi quadre viene espressa la data del rilevamento e il livello cui si colloca la rivista nella nostra griglia; il monitoraggio costante , con ritmo annuale, della banca dati porterà ad un aggiornamento di quest'ultimo dato, in modo da costruire così una vera e propria "cartina di tornasole" del passaggio al digitale delle riviste dedicate agli studi medievali.

Volendo tracciare un primo rapido bilancio di questa "occhiata panoramica" lanciata sul mondo dell'editoria medievistica a partire dalla rete, mi sembra innanzitutto di poter dire che il processo di passaggio dalla forma cartacea a quella digitale è in atto dappertutto, anche se con modalità e intensità non omogenee. Confermando un dato di fatto noto e di carattere strutturale generale, il mondo anglosassone appare ben più avanti quantitativamente rispetto a quello europeo-continentale. In primo luogo nella reperibilità on-line degli indici delle riviste: le redazioni dei periodici dimostrano in genere una maggiore dimestichezza con il mezzo elettronico, creando autonomi siti e mettendo in rete in prima persona il proprio patrimonio. Inoltre, esiste una nutrita pattuglia di società di servizi specializzate nel campo dell'editoria elettronica, in grado di coprire ormai la quasi totalità dei titoli e di fornire quindi accesso (a pagamento) quantomeno al corpus degli indici delle riviste, mentre in crescita esponenziale e quindi già a buon punto appare anche la possibilità di una fruizione diretta dei testi. Come delineato nella già citata relazione di Zorzi , non si può fare a meno di notare la crescita delle prime massicce concentrazioni di basi dati, enormi contenitori di sapere il cui accesso è regolato dall'appartenenza alla comunità accademica o (più spesso) da forme di pagamento.

Di contro, il mondo europeo-continentale si muove più a rilento, ma soprattutto in modo diverso: qui sono le grandi istituzioni scientifiche a carattere pubblico (università, accademie, centri di ricerca) che stanno portando avanti in prima persona il processo di digitalizzazione, creando innanzitutto grandi banche dati in linea immediatamente fruibili. Qui l'acquisizione dell'informazione a livello di indici e sommari delle pubblicazioni appare abbastanza avanti, pur non avendo raggiunto il grado del mondo anglosassone e con molte deplorevoli lacune, quali ad esempio per l'Italia gran parte delle plurisecolari - ma ancora validissime - serie delle pubblicazioni delle varie Deputazioni di Storia Patria. Ma ancora problematico è l'accesso diretto ai testi, nei confronti del quale si sconta un forte ritardo da parte delle case editrici e la mancanza di un sistema di servizi adeguato. Per contro, il continente europeo non sfigura affatto nel ristretto campo delle riviste puramente elettroniche, che utilizzano cioè al massimo grado le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, e anzi forse si può dire che le sperimentazioni più avanzate provengono proprio da qui.

Le due diverse modalità di avanzamento verso il formato digitale mi sembra comunque che siano riconducibili a differenze strutturali: nel mondo anglosassone la compenetrazione fra settore privato e settore pubblico (al quale afferisce senz'altro la ricerca in tutti i suoi campi, ma particolarmente in quello storico-umanistico) è di grado molto maggiore rispetto al resto d'Europa, con tutto ciò che questo comporta in termini di efficienza e funzionalità ma anche di costi per il singolo utente; non sottovaluterei quest'ultimo elemento, in ordine ad una disamina obbiettiva del fenomeno in tutte le sue sfaccettature.


Risorse

 

1. Accesso alle riviste

 

In alternativa è disponibile una ricerca per parole chiave:


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2. Servizi di digitalizzazione e di accesso alle riviste

  • ACNP (Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici)
    <http://www.cib.unibo.it/cataloghi/infoACNP.html>
    Banca dati realizzata dall'Istituto di Studi sulla Ricerca e Documentazione Scientifica - CNR, contenete le descrizioni bibliografiche dei periodici posseduti da biblioteche italiane relativamente a tutti i settori disciplinari. È in corso di realizzazione un archivio spogli dei periodici ad accesso libero.
  • BUBL Information Service (BUlletin Board for Libraries)
    <http://bubl.ac.uk/>
    Servizio nazionale britannico di informazioni realizzato dal Centre for Digital Library Research of the University of Strathclyde, Glasgow, che fornisce accesso libero a molte risorse elettroniche, fra le quali anche indici e abstracts di riviste di livello accademico.
  • CatchWord
    <http://www.catchword.com/>
    Società fondata nel 1994 che fornisce un servizio di accesso a pagamento agli articoli di riviste, prevalentemente di area scientifica, in full-text.
  • Compludoc
    <http://www.ucm.es/BUCM/complu/frame.htm>
    Iniziativa della Biblioteca de la Universidad Complutense de Madrid che a partire dal 1997 ha cominciato a realizzare sommari dei periodici in suo possesso, prevalentemente di lingua spagnola ma non solo, relativamente alle scienze sociali, fisiche e umanistiche, ad accesso libero.
  • EBSCO Online
    <http://www-uk.ebsco.com/online/Reader.asp>
    Società fondata nel 1997 che fornisce a pagamento una serie di servizi, come indici e abstracts di riviste e aggiornamenti bibliografici, e inoltre l'accesso in full-text agli articoli di numerosi periodici.
  • Essper (Economia e Scienze Sociali Spoglio di Periodici Italiani Specializzati)
    <http://www.liuc.it/biblio/default.htm>
    Iniziativa di alcune biblioteche universitarie italiane, coordinate dalla Biblioteca "Mario Rostolini" dell'Università Carlo Cattaneo - LIUC, che fornisce una serie di servizi gratuiti, fra i quali lo spoglio di riviste italiane di ogni ambito accademico, principalmente di economia e diritto.
  • FindArticles (FindArticles.com)
    <http://www.findarticles.com/cf_0/PI/index.jhtml>
    Società in joint venture tra LookSmart e Gale Group, che fornisce gratis articoli in full-text anteriori al 1998 da oltre 300 pubblicazioni, principalmente del settore economico-commerciale.
  • History Cooperative
    <http://www.historycooperative.org>
    Iniziativa lanciata nel marzo 2000 da un consorzio di istituzioni nordamericane (American Historical Association, Organization of American Historians, University of Illinois Press, National Academy Press) per fornire accesso riservato in full-text a periodici di lingua inglese di ambito storiografico.
  • The History Journal Guide
    <http://www.history-journals.de/index.html>
    Iniziativa di Stefan Blaschke che cataloga e fornisce l'indirizzo di bibliografie di argomento storico, database e pubblicazioni disponibili on-line.
  • H-Soz-u-Kult (Humanities · Sozial - und Kulturgeschichte)
    <http://hsozkult.geschichte.hu-berlin.de>
    Iniziativa dell'Istituto di Storia della Humboldt-Universität di Berlino e di altre università tedesche e statunitensi, che fornisce una serie di servizi, fra cui la messa in rete di indici e abstracts di molte riviste di area umanistica, in massima parte tedesche.
  • Ingenta
    <http://www.ingenta.com>
    Società fondata nel 1998 che fornisce accesso a pagamento a numerosi periodici in full-text, principalmente di area scientifica, ma anche umanistica.
  • Istituto Datini (Istituto Internazionale di Storia Economica "Francesco Datini")
    <http://www.istitutodatini.it/biblio/riviste/>
    Sostenuto dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, dal C.N.R., dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e dalla Provincia di Prato, a partire dal 2001 ha cominciato a mettere in linea, consentendone la libera consultazione, gli indici delle riviste di storia economica e sociale presenti in alcune biblioteche di area pratese e fiorentina.
  • Iter (Gateway to the Middle Age and Renaissance) <http://www.library.utoronto.ca/iter/index.htm>
    Progetto non profit tra le università di Toronto, New York City e Tempe (Arizona), per facilitare l'accesso al materiale pubblicato relativamente al Medioevo e al Rinascimento (400-1700) mediante la realizzazione di un data base bibliografico on-line.
  • JSTOR (The Scholarly Journal Archive)
    <http://www.jstor.org>
    Iniziativa della Mellon Foundation nata nel 1995 per archiviare in un data-base i numeri passati di periodici di ambito accademico: fornisce accesso riservato ad articoli di riviste in full-text a partire da 2 o 5 anni dalla pubblicazione.
  • Magazine Stacks (Zeitschriftenfreihandmagazin)
    <http://www.phil.uni-erlangen.de/~p1ges/zfhm/zfhm_na.html>
    Iniziativa di Stuart Jenks e Dieter Rübsamen senza scopo di lucro, sponsorizzata dalla Stadt- und Universitäts- bibliothek Frankfurt e dalla Stadtbibliothek Mainz e ospitata nel sito dell'Università di Erlangen-Nürnberg, che a partire dal 1997 mette in rete gli indici delle principali riviste storiche di lingua tedesca; col tempo la banca dati si è aperta anche a periodici di altre lingue.
  • MUSE Project (Scholarly Journals Online)
    <http://muse.jhu.edu/muse.html>
    Iniziativa della Johns Hopkins University Press, in collaborazione con la Milton S. Eisenhower Library presso stessa università, che dal 1995 fornisce accesso a pagamento a periodici di materie sia umanistiche che scientifiche, riservato alle istituzioni accademiche e di ricerca.
  • SAGE Publications
    <http://www.sagepublications.com>
    Società editoriale principalmente dedita al settore scientifico; fornisce accesso a pagamento, per mezzo di intermediari, a molti dei suoi periodici.
  • ScienceDirect
    <http://www.info.sciencedirect.com>
    Marchio commerciale di Elsevier Science che fornisce accesso a pagamento a periodici di informazione scientifica, medica e tecnologica, sia per gli indici e abstracts che per gli articoli in full-text.
  • SwetsnetNavigator
    <http://www.swetsnetnavigator.nl>
    Società creata in compartecipazione dalla Swets Blackwell e dalla Blackwell's Information Services; tra gli altri servizi, fornisce l'accesso a pagamento a riviste di ogni settore, con indici, abstracts e articoli in full-text.
  • UnCover
    <
    http://uncweb.carl.org>
    Società che fornisce accesso a pagamento a numerosi periodici in full-text, non solo di area umanistica. Dal marzo 2000 è stata assorbita da Ingenta, che offre lo stesso tipo di servizi.

 


Segnalazioni

Il repertorio è periodicamente aggiornato. Chi desiderasse segnalare mutamenti e novità delle forme di presenza on line delle riviste qui repertoriate può contattare direttamente il curatore, Andrea Barlucchi: <abarlucchi@unifi.it>.

 


Curatore

Andrea Barlucchi si è laureato in Lettere presso l'Università di Firenze nel 1991 ed ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Storia Medievale nel 1996. In seguito ha vinto borse di studio post-dottorali presso l'Harvard University Center for Italian Renaissance Studies - Villa I Tatti e presso l'Università di Firenze. Attualmente è Assegnista di ricerca presso la stessa Università. Il suo ambito di ricerca principale è la storia del territorio.

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