Fonti
Antologia delle fonti bassomedievali
a cura di Stefano Gasparri,
Andrea Di Salvo e Fiorella Simoni
© 2002 – Stefano
Gasparri per “Reti Medievali”
0. Introduzione
Il quadro dell'Europa e del Mediterraneo tra XIV e XV secolo appare
in movimento e ricco di novità significative. Le due maggiori potenze
europee, Francia ed Inghilterra, si fiaccarono a vicenda in un lunghissimo
conflitto, noto come Guerra dei Cento Anni (1337-1453), che rappresentò
il più conseguente tentativo da parte inglese di affermare la propria
supremazia sul continente, impadronendosi della stessa corona francese
(1-5). II tentativo fu alla fine frustrato, ma esso ebbe vaste conseguenze
nella situazione interna dei due paesi. L'Inghilterra, nonostante l'ascesa
del Parlamento, era infatti travagliata dall'opposizione della grande
nobiltà feudale, che trovò il suo sbocco nella distruttiva
guerra civile detta delle Due Rose, successiva alla negativa conclusione
della guerra con la Francia; in precedenza il paese era stato scosso dalla
sollevazione contadina guidata da John Ball, sull'onda dell'opposizione
ai provvedimenti fiscali della corona e dei disastri della Peste Nera
(4). Dalla crisi il paese uscì
soltanto con l'ascesa al trono nel 1485 di Enrico VII Tudor, che restaurò
il potere monarchico e pose le basi per l'ascesa futura dell'Inghilterra
(6).
La Francia, dal canto suo, sconvolta da decenni di guerra – che
avevano provocato la sollevazione delle masse contadine, gli jacques,
ed anche l'insofferenza della borghesia parigina (2)
–, poteva contare sul prestigio monarchico, ancora di recente dimostrato,
nelle sue stesse basi religiose, dall'avventura di Giovanna d'Arco (5);
ma doveva scontare l'ingombrante presenza di un vasto stato borgognone
solo parzialmente inserito nei suoi confini. Di quest'ultimo stato, con
una mossa gravida di conseguenze future, si impadronirono gli Asburgo
grazie al matrimonio tra Massimiliano d'Asburgo, figlio dell'imperatore
Federico III, e Maria di Borgogna (1477): erano così gettate le
prime basi del futuro impero di Carlo V (6).
Gli Asburgo erano la dinastia emersa dalla profonda crisi dell'impero
(7). A partire dalla scomparsa
di Federico II nel 1250, l'impero era sprofondato infatti dapprima nel
Grande Interregno (fino al 1273), e poi aveva visto succedersi imperatori
privi di autorità, i quali, tra l'altro, avevano del tutto abbandonato
– con l'eccezione dello sfortunato tentativo di Enrico VII e, in parte,
di Ludovico il Bavaro – il progetto di controllare l'Italia. Tra le grandi
famiglie feudali tedesche però si erano affermati, sia pure lentamente,
gli Asburgo, che occuparono per la prima volta il trono tedesco nel 1273.
Per emanciparsi dal controllo dei grandi elettori e degli altri principi
dell'impero, gli Asburgo andarono costruendo (nonostante alcuni insuccessi,
ad esempio contro gli Svizzeri) un loro stato dinastico costituito da
terre germaniche e slave, che sarà il nucleo a partire dal quale,
grazie ad un'accurata politica matrimoniale (“alii gerant bella: tu, felix
Austria, nube”), essi perverranno, nel corso del Quattrocento, alla formazione
di un'entità statale nuova, la monarchia imperiale asburgica, che
sarà una delle grandi protagoniste della vita europea sino agli
inizi del nostro secolo.
Alla crisi dell'impero e della Germania – la soluzione asburgica
era infatti solo parzialmente tedesca – si aggiungeva la crisi papale:
crisi di prestigio morale accompagnata da una sostanziale subordinazione
alla politica della corona francese, a causa del trasferimento della sede
papale ad Avignone dal 1305. Quest'ultimo periodo vide comunque il grande
sviluppo della struttura finanziaria centralistica della chiesa: un fatto
che ne aumentò la richezza, ma che alimentò anche le dure
critiche dei riformatori religiosi (8).
Rimaneva poi aperto il problema di Roma, dove il papa infine tornò,
nel 1377, ma a prezzo di uno scisma: ad un papa romano; (Urbano VI) infatti
si contrappose un papa francese (Clemente VII). I tempi erano maturi per
discutere di una radicale riforma della chiesa a del papato, e lo scisma
ne fu l'occasione; dal 1414 a Costanza, e poi dal 1431 a Basilea il concilio
generale della chiesa, una volta chiuso lo scisma (1417), cercò
di procedere oltre, imponendo al papato romano una profonda riforma, che
andava tra l'altro nel senso dell'affermazione dell'autorità del
concilio stesso sul papa. Contemporaneamente, però, il concilio
scaricava le più radicali forme di contestazione religiosa, condannando
le tesi di John Wyclif e quelle di Jan Hus; quest'ultimo fu bruciato sul
rogo. Alla fine, sfruttando l'ambiguo appoggio dell'imperatore Sigismondo
e la grave crisi bizantina, e agitando il falso obiettivo dell'unione
con la chiesa greca, il papato riuscì a chiudere l'esperienza conciliare
senza gravi diminuzioni alla sua autorità (9).
Ne pagherà ben presto il prezzo con la riforma protestante.
Ad oriente dell'Europa, nel frattempo, si profilavano grandi cambiamenti.
La Polonia, potenza in ascesa, sconfiggeva e ridimensionava i Cavalieri
teutonici a Tannenberg (Grünwald) nel 1410; ad est, i principi russi
sconfiggevano i Mongoli dell'Orda d'Oro a Kulikovo (1380), una battaglia
che sanzionò inoltre l'ascesa del granduca di Mosca nella costellazione
politica dell'oriente slavo (10).
Accanto a questi nuovi protagonisti che si affacciavano, un antico, grande
protagonista scompariva per sempre: l'impero bizantino, conquistato dai
Turchi, che nel 1453 prendevano Costantinopoli. Finivano così mille
anni di storia bizantina; i Turchi dilagavano nella penisola balcanica
(11).
Sembrava quest'ultimo l'elemento nuovo e decisivo: si temeva un attacco
al cuore dell'Europa, ma la marea turca era destinata a defluire, senza
riuscire a prendere né l'Ungheria ne gli stati asburgici (che in
questa funzione anti-turca trovarono il loro ruolo storico). Al contrario,
molto più importante doveva rivelarsi un evento dell'estremo ovest
europeo: il fatto, apparentemente solo simbolico, della presa di Granada,
ultimo baluardo musulmano in Europa occidentale, si collega infatti alla
nascita della monarchia di Spagna, che in quello stesso anno 1492 sarà
protagonista dell'evento epocale – destinato a cambiare i destini
del mondo – della scoperta dell'America. Ma la contemporanea espulsione
degli Ebrei dalla Spagna annunciava anche l'inizio, un'epoca di duri e
sanguinosi conflitti religiosi (12).
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