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Fonti

Antologia delle fonti bassomedievali

a cura di Stefano Gasparri,
Andrea Di Salvo e Fiorella Simoni

© 2002 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


X
Le monarchie nazionali.
La Francia

0. Introduzione

Con l'inizio del XII secolo, prende avvio una delle fasi essenziali della storia nazionale francese. Il processo di formazione dello stato nazionale ebbe allora, nell'opera di Luigi VI il Grosso, un primo, decisivo orientarsi verso direttrici politiche che avrebbero mosso poi, con una qual certa coerenza e continuità, l'azione dei suoi successori. Il primo obiettivo da raggiungere era quello del rafforzamento del dominio regio, sia eliminando le sacche di autonomia che trapuntavano il territorio dove la monarchia esercitava il suo potere diretto, sia evitando spartizioni e frazionamenti del patrimonio a ogni passaggio successorio (1). All'esigenza di assicurare la continuità dinastica, e quindi alla pratica del sovrano di associare al trono il proprio primogenito, si affianca inoltre una sempre più stretta politica di alleanza con la Chiesa, che assume sempre più la funzione di legittimare il ruolo del sovrano, di consacrare la fonte del suo potere. Al confluire di queste spinte, sul piano delle raffigurazioni collettive che testimoniano il rilievo assunto dalla figura del re, va a innestarsi la tradizione di una credenza destinata a durare nei secoli, che vede il re dotato del potere miracoloso di guarire con il tocco i malati di scrofola (3). Il processo, che porterà le forze della nazione a convogliarsi verso il centro, verso il potere monarchico, coinvolge anche le città, che spesso nel sovrano trovano un'attenzione particolare, certo interessata, e un interlocutore che detiene e a cui si riconosce l'autorità di confermare quei diplomi di affrancamento che esse emanano a loro vantaggio (8). Ma anche altre forze, a vario titolo feudali, quantomeno in alcuni momenti di coagulo «nazionale» contro un nemico «esterno», si troveranno a fianco del re. È il caso della mobilitazione di Reims e poi, della battaglia di Bouvines, e comunque del valore che, tra la realtà e il mito dell'evento, esse hanno assunto già pochissimi anni dopo i fatti (2 e 7). Resta pur sempre la realtà problematica delle basi fragili del potere monarchico, della permanenza di ampie zone di completa autonomia, dell'ostilità di potenti signori feudali. La lotta contro di loro e primo tra tutti, specialmente dopo l'acquisizione dell'Aquitania - contro il sovrano d'Inghilterra [cfr. capitolo 19, per il primo coinvolgimento inglese nelle vicende francesi] sarà una delle preoccupazioni maggiori di Filippo II Augusto (1180-1223) (5). In questo quadro, di progressiva acquisizione di un controllo del potere monarchico sul Mezzogiorno del paese, va intesa anche, almeno alla luce dei suoi esiti terminali (il trattato di Parigi del 1229 e le conseguenze che ne derivarono), la crociata contro gli Albigesi e poi la lotta contro il conte di Tolosa (6). Parallelamente, soprattutto con Filippo II, si operò una prima razionalizzazione dell'organizzazione amministrativa e politica del regno. Vennero istituiti funzionari scelti e alle dirette dipendenze del re, con compiti di controllo sull'azione dei prevosti, sull'organizzazione finanziaria e sull'amministrazione della giustizia d'appello (4). La sempre maggiore frequenza del ricorso alla giustizia del re significava per il sovrano riuscire effettivamente a restringere via via gli spazi di autonomia dei signori. Con Luigi IX (1226-1270), il re santo che riuscì a far tornar utili per sé e la nazione, se non altro in termini di prestigio, anche i disastrosi risultati delle sue crociate (9), il perfezionarsi del sistema amministrativo trovò l'apporto fondamentale dei legisti. L'esigenza di dare unitarietà alle giurisdizioni, che si accavallavano e contraddicevano, andò di pari passo con il rafforzamento di una impostazione giuridica intesa a sostenere i poteri del sovrano. Luigi IX fu anche il re che esige la correttezza dei suoi funzionari, che introduce dei primi elementi di assistenza sociale, che non trascura il valore di provvedimenti economici e monetari (10).

 

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